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Modificato il04/10/2017

Guardia medica, a Milano medici valutano dimissioni di massa. Lavoro insostenibile

Sciopero dei medici di base il 19 maggio
Sciopero dei medici di base il 19 maggio

Milano trema. La guardia medica potrebbe sparire da un giorno all’altro. Stasera infatti potrebbero dimettersi in massa i medici di continuità assistenziale, in maggioranza aderenti a Snami. L’alternativa, da valutare in assemblea, è lo sciopero ad oltranza. Chiedono personale all’ATS, cioè l’Asl: senza nuove unità la riforma del servizio nella metropoli non si può fare. «Siamo 17 a pieno regime, per rispettare il rapporto di un medico ogni 5 mila abitanti chiesto dall’Accordo nazionale ci vorrebbero almeno sulla carta 249 innesti», dice Giovanni Campolongo, responsabile Continuità assistenziale del sindacato Snami. Che nei giorni scorsi ha visto anche il prefetto: la Regione però tira dritto e il nuovo modello ha esordito l’altro ieri. Per tagliare le attese degli utenti al telefono, fino a 40′ con un 43% di pazienti che non riuscivano ad accedere al servizio, Palazzo Lombardia ha istituito un centralino unico, come avviene per il 118, lasciando inalterato il numero (0234567) ma con l’obiettivo di ridurre a 2 minuti il tempo d’attesa al telefono e razionalizzare gli accessi a domicilio. A Milano le chiamate saranno gestite da medici, come avevano chiesto inizialmente i sindacati; altrove il primo impatto si ha con un operatore “laico” che smista la chiamata a medici, da qui il servizio ribattezzato “Coca laica” (Coca sta per Centrale operativa continuità assistenziale).
Ma questo invece di semplificare le cose le ha complicate. «Noi abbiamo sempre chiesto di potenziare il servizio, ma la nostra soluzione era di mettere in centrale dieci medici e 6-7 medici in servizio in più nelle postazioni», dice Campolongo. «Su nove postazioni, solo quattro hanno doppio medico. Ma questa è una dotazione essenziale, infatti il servizio funziona meglio se in linea di massima un medico prende la chiamata e l’altro parte rispetto a un servizio con un solo medico che canta e porta la croce. In ogni caso, fino all’altro ieri nell’arco della notte avevamo 13 medici operativi pur con una fetta pesante di chiamate inevase; adesso devono essere evase tutte le chiamate e i medici sono continuamente in linea, di fatto abbiamo un medico sempre in viaggio in 4 postazioni e nove che devono staccare ma come fanno? In questo modo il tempo di telefonata si abbatte ma quello tra telefonata e intervento del medico si dilata, ancora una volta fare tutto non è possibile». A Marco Bosio, manager dell’Ats, i medici di guardia hanno chiesto «quattro medici a postazione per realizzare il nuovo sistema, in tutto 36, un numero comunque basso per un servizio che dovrà coprire i mesi autunnali-invernali e molto distante dalle 260-270 chieste dalla convenzione nazionale. Ma fin qui nessuna risposta positiva. E c’è l’ulteriore problema degli specializzandi, che ci sono di grande aiuto: il loro regolamento pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 settembre ora vieta l’esercizio di attivitaÌ libero-professionale fuori ospedale. Dunque, non ci saranno rimpiazzi per gli attuali specializzandi. Che però si stanno sfilando dal nuovo sistema in quanto, anziché non accogliere più telefonate dalle 7.30, ancora alle 8 hanno pazienti in linea e diventa impossibile per loro presentarsi alla scuola universitaria per le 8.30». C’è infine un problema di rilievo nazionale. «Diversamente dai medici di famiglia, più che convenzionati con l’ATS, siamo alle dipendenze dell’Azienda per l’emergenza urgenza, l’Areu che già gestisce il 118, e dobbiamo rappresentare ad essa i nostri movimenti, i turni, eventuali assenze. Siamo dunque destinati a coordinarci con realtà distanti dalla medicina generale». Altro che ruolo unico: la Lombardia rischia di staccarsi dal futuro accordo nazionale prima che quest’ultimo nasca. «In alcuni casi – quando l’ambulanza delle croci deve passare a prendere il medico di guardia nella sede di coop di medici di famiglia ­- l’apparenza è salva, ma solo quella, e anzi il viaggio è più lungo».
Mauro Miserendino-Doctor News

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