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Codice deontologico, Rossi: su competenze e assicurazione testo inaccettabile

rossiUn codice deontologico a Milano, uno a Bologna, uno a Roma. Uno scenario da non escludere alla luce dell’esito del confronto sul codice che ha portato, domenica a Torino, al varo del nuovo testo. Un varo non all’unanimità, visto che dieci ordini si sono dichiarati contrari oltre a due astensioni.

 

 

 

Tra gli oppositori più agguerriti l’Ordine di Milano guidato da Roberto Carlo Rossi, che si sofferma in particolare su due aspetti che ritiene inaccettabili, l’articolo 3 sulle competenze del medico e quello che prevede l’obbligo di assicurarsi. «In effetti» conferma Rossi «sono questi i due punti maggiormente “caldi”.

 

L’art. 3 sente la necessità di definire le competenze nell’intento di proteggere la classe medica. In realtà un passaggio simile è fuori luogo in un codice deontologico, mentre servirebbero interventi sostanziali a livello legislativo. Di fatto» sottolinea il presidente dell’Ordine milanese «non è congruo con le finalità dichiarate. Per di più rimanda il medico per le competenze cui deve attenersi al Collegio dei presidi delle Facoltà di medicina. Consegnando così la categoria nelle mani dell’Università e delle Regioni». Rossi è molto critico anche verso i riferimenti all’obbligo per i medici di assicurarsi contenuti nel Codice. «La giustificazione del presidente Bianco è che si tratta di contenuti scritti nella legge, ma far riferimento a disposizioni di legge è sbagliato, visto che si parla di un ambito che è “metalegislativo”. Non solo» aggiunge Rossi «il problema non sono i medici che non si vogliono assicurare ma le compagnie che non li assicurano. Servono, perciò, correttivi legislativi che fino ad ora, anche in questo caso, non ci sono stati anche per colpa del fallimento della strategia federale e del Senatore Bianco in particolare». Le cose che non vanno nel testo, secondo Rossi, sono anche altre come per esempio le valutazioni sulle Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento, o la definizione di eutanasia. Ma «quelle veramente complicate da digerire» ribadisce il presidente di Omceo Milano «sono le prime due». A questo punto che cosa ci si deve aspettare? «In linea di principio sono contrario a 106 codici deontologici diversi, per questo si deve trovare un’alternativa sui nodi sollevati, prima di arrivare a fratture. A Torino» conclude Rossi «è stato impossibile trovare una quadra. Spero ci sia rimedio». Altrimenti la possibilità del codice deontologico per ogni singolo Ordine non è da escludere. Anzi.

Marco Malagutti

 

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