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Competenze infermieristiche: Bozza accordo Stato-Regioni

untitledNella attuale stesura del testo trovano ampio spazio la promozione sull’intero territorio nazionale di modelli organizzativi dell’assistenza e del lavoro nei quali esercitare realmente il ruolo di responsabilità dell’assistenza nel campo di attività proprio nonché il necessario collegamento dei percorsi  formativi e organizzativi  con la revisione degli istituti normativi ed economici nell’ambito dei rinnovi dei Ccnl.

 

Il mondo delle professioni sanitarie sta cambiando ed il tentativo di erosione delle competenze piu’ genuinamente mediche va avanti anche nell’ottica della riduzione dei costi delle prestazioni.

 

 

In una nota diffusa a termine di una delle riunioni che hanno portato all’eleborazione del nuovo testo, infatti, i sindacati sottolineano con soddisfazione come siano state accolte le osservazioni formulate rispetto alle criticità presenti nel vecchio testo. Modiche che, secondo la Fp Cgil, la Cisl Fp e la Uil Fpl permetteranno di garantire una promozione e valorizzazione della professione infermieristica “basata sulla formazione, sulla ricerca e sull’esperienza professionale acquisita in ambito lavorativo, eliminando ogni richiamo di tipo prestazionale che possa mettere in discussione la piena autonomia e responsabilità professionale che l’ordinamento attribuisce alle professione stesse”.

Particolare soddisfazione anche per l’eliminazione di “impostazioni che rischiavano di produrre un arretramento rispetto all’attuale impianto del sistema formativo, per il quale sono stati invece sanciti modalità e percorsi che ne salvaguardano l’omogeneità e la validità nel Servizio Sanitario Nazionale”.

Come previsto nel corso della riunione, il nuovo testo rappresenta una “riconferma” e “accelerata” rispetto all’attuazione della legge 43/2006 prevedendo l’emanazione degli indirizzi per dare corso alla formazione dell’infermiere specialista.

“Ai percorsi di sviluppo professionale e organizzativo – osservano i sindacati confederali -, sarà data attuazione mediante intese con le Organizzazioni sindacali e le Associazioni professionali a livello regionale, che lasciano il necessario spazio alle specifiche esigenze territoriali e trovano, poi, un punto di sintesi nell’Osservatorio Nazionale delle buone pratiche professionali e organizzative da istituire presso il ministro della Salute”.

 Uguale riconoscimento ha trovato la richiesta che l’accordo riconosca e valorizzi il consolidamento e l’avanzamento delle competenze derivanti dalle esperienze in essere negli specifici modelli organizzativi sperimentati dalle diverse regioni, così come dai percorsi di aggiornamento e complementari, da ricomprendere all’interno di un processo di accreditamento professionale, tutelando anche gli operatori rispetto a situazioni già verificatesi di denunce da parte degli Ordini dei medici di alcune regioni”.

Accolte, dunque, le richieste più importanti avanzate dai sindacati. “Ora – concludono la Fp Cgil, la Cisl Fp e la Uil Fpl – attendiamo ora dallo svolgimento del successivo iter approvativo la conferma delle soluzioni condivise che tra l’altro, a nostro avviso, possono essere validamente utilizzate come riferimento per la definizione degli accordi riferiti alle altre professioni sanitarie, favorendo il necessario, rapido completamento del percorso di valorizzazione di tutti i professionisti sanitari”.

QS

 

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