Skip to main content

© Tutti I diritti riservati.


Modificato il13/07/2012

Intervista a Roberto Stella

 | 
stella
stella

 

La riorganizzazione dei corsi di formazione specifica in Mg potrebbe diventare in parte realtà già con l’avvio del prossimo triennio, a ottobre-novembre di quest’anno.

 

La stima mista a speranza è di Roberto Stella, Presidente dell’Ordine dei medici di Varese e della Snamid (la Società Scientifica di Medicina Generale), componente del Comitato centrale della Fnomceo e rappresentante della Federazione, assieme a Guido Marinoni, al tavolo promesso dal Ministero per affrontare i nodi della Formazione specifica in Medicina generale

  

  

«Ancora non è stata fissa ta la data del primo incontro» spiega Stella, autore del documento in cui si riassumono le proposte degli Ordini sulla riorganizzazione dei corsi «ci auguriamo di cominciare subito al termine delle vacanze in modo da mettere velocemente in piedi almeno il riordino dei percorsi didattici e gli adeguamenti economici. Per i meccanismi relativi all’accesso, invece, ci vorrà più tempo perché entra in causa l’Università».  

 

A proposito di accesso, nel documento si propone l’introduzione di strumenti che privilegino l’ingresso ai corsi dei medici con vocazione alla Mg. Che significa?
Siamo convinti che la scelta di frequentare le scuole di Formazione in Mg debba derivare da una scelta di campo: chi frequenta lo fa perché vuole lavorare sul territorio. Visto che i posti sono limitati, sarebbe opportuno prevedere strumenti di selezione che misurino anche le motivazioni e le attitudini dei candidati, non solo le loro competenze sulla clinica.

 

Cioè?
Per quanto concerne la vocazione, si potrebbero prevedere punteggi per premiare i medici che all’università hanno svolto tirocinio o attività pratica con un medico di famiglia, oppure hanno impostato la loro laurea su tematiche inerenti la Mg. Per quanto riguarda le attitudini, si potrebbero prevedere test psicoattitudinali con cui misurare la predisposizione al colloquio, l’empatia eccetera.

 

 

Nel documento fa anche capolino una revisione della didattica per stare dietro alla riorganizzazione che le Cure primarie stanno attraversando…
«Oggi il medico di famiglia deve tenere conto di un mutato contesto: dal punto di vista sociale invecchiamento e sviluppo delle cronicità; dal punto di vista sanitario sostenibilità del sistema, appropriatezza delle scelte, nuovi modelli organizzativi e impostazione del lavoro secondo la modalità problem solving. Ser vono medici di famiglia più che mai responsabili non solo nelle scelte di salute ma anche in quelle di farmacoeconomia, un medico integrato nei servizi sanitari regionali, formato all’Itc e capace di inserirsi in una rete di professionalità e servizi».

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *