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Roma chiede l’ultimo conto a Iorio

iorio gabanelli

iorio gabanelliSe i conti non tornano, bisogna capire le ragioni. E soprattutto bisogna capire come mai sia stato sospeso il contratto, obbligatorio per legge, con l’advisor, la società, cioè, nominata dal ministero per il controllo dei conti.

 

 Il sospetto, va da sé, finisce sull’utilizzo improprio, o presunto tale, dei soldi pubblici: la Regione Molise, amministrata dal centrodestra, non avrà mica distolto i fondi in bilancio regionale dal capitolo sanità ad altro? E tale sospetto sarebbe anche qualcosa di più di un indizio.

 

Chi conosce i dettagli, infatti, si domanda che fine abbia fatto l’appesantito carico impositivo per Iperf e Irap: le tasse maggiorate per le imprese e i cittadini molisani sono state poi utilizzate per la copertura del deficit sanitario? L’automatismo dell’aumento a tale scopo è impietosamente scattato.

 

Sicché di questo, dei conti che non tornano, si discuterà tra due giorni a Roma. Il prossimo lunedì 11 marzo si svolgerà al ministero dell’economia una verifica tecnica su alcuni atti approvati dal commissario Iorio e dal direttore generale Francioni per il piano di rientro dal deficit.
Pare infatti che il governatore uscente nel mese scorso abbia prodotto una ricostruzione dei vari trasferimenti ricevuti nel corso degli anni e da questo suo rapporto risulterebbe che tutto ciò che lo Stato centrale ha inviato al Molise, o meglio destinato alla sanità molisana, sia stato utilizzato per il settore in questione.

 

Nella realtà, potrebbe anche non essere andata così (almeno questo vuole verificare Roma): perché, alla fine della fiera, nelle casse regionali (ovviamente nell’intera organizzazione italiana), gli unici soldi certi, l’unica liquidità vera riguarda proprio la sanità: in questo capitolo ci sono trasferimenti concreti, negli altri promesse (anche e perlopiù comunitarie) di trasferimenti. E allora se c’è una patata bollente da risolvere con estrema urgenza – si potrebbe pensare a casi come lo Zuccherificio o la Solagrital, ma sono solo esempi – ecco che si potrebbe attingere al fondo della sanità.
Questo vuole capire Roma: vuole capire se c’è stata quella che in gergo si chiama distrazione dei fondi. Perché già nel verbale di novembre scorso il tavolo tecnico aveva quantificato in 300 milioni di euro le somme che la Regione Molise doveva trasferire al bilancio della sanità. Questa cifra era stata già ricevuta, ma non risultava registrata al posto giusto.

 

La ricostruzione del governatore-commissario di centrodestra, per quanto presentata, pare non abbia convinto i funzionari di via XX Settembre: gli alti dirigenti vogliono dettagli più precisi e maggiori spiegazioni. Almeno per non arrivare a concludere in maniera troppo dura che qualche trucco sia stato operato qui in Molise.

 

ppm

 

 

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