«Irricevibile». Così il presidente dello Snami Angelo Testa nell’incontro dei sindacati dei medici di famiglia con la Sisac ha definito la bozza proposta dalla parte pubblica per regolamentare diversamente il diritto di sciopero della categoria. «Si parte da richieste irrealizzabili. Sembrano un libro dei sogni della controparte, che vorrebbe porre tanti paletti a un diritto. Ma hanno capito, e abbiamo ottenuto la possibilità di proporre un documento condiviso tra tutti i sindacati medici». Martedì e l’altro ieri Fimmg, Snami, Smi e Intesa Sindacale hanno incontrato la struttura interregionale controparte anche per discutere di altri aspetti del futuro accordo nazionale che secondo il ministro Beatrice Lorenzinsi potrebbe firmare entro l’anno. E cioè: medicina dei servizi, 118, medicina penitenziaria, accesso alle graduatorie da parte dei tirocinanti. «A quest’ultimo aspetto come Fimmg teniamo molto, vanno velocizzati i tempi per consentire ai giovani usciti dal triennio di formazione di mettersi al lavoro, vista la situazione complicata dovuta agli esodi e all’età media della categoria», dice il responsabile comunicazione Fimmg Fiorenzo Corti.
I temi enunciati saranno oggetto di tavoli tecnici, tre sono previsti già il 2 novembre. Intanto, Corti sottolinea come, pur in un clima di ritrovata armonia tra sindacati, ci si muova su un terreno difficile. «Il finanziamento dei contratti dovrebbe venire dalla manovra, ma nella bozza non si vedono i soldi. E’ anche vero che al consiglio dei ministri stanno scrivendo il Documento di programmazione economica e non abbiamo a disposizione l’ultima versione. Ma c’è preoccupazione. Le regioni autonome si sono rifiutate di dare il loro contributo al debito del paese e i 400 milioni in questione si aggiungeranno alle spese delle regioni a statuto ordinario, il che vuol dire che saranno tolti al Fondo sanitario e ai contratti. Non è una buona premessa».
Mauro Miserendino
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