Vaccinazioni obbligatorie per l’iscrizione a scuola: sanzioni per i genitori e adempimenti per i Mmg
Sono 12 i vaccini indispensabili per frequentare la scuola. Sanzioni per i genitori inadempienti. Aumenta il carico per le Regioni e per i medici.
Il vaccino diventa obbligatorio: sono 12 le vaccinazioni che da settembre saranno necessarie per l’iscrizione a scuola nella fascia 0-6 anni, ovvero per gli asili nido e le scuole materne. Si tratta delle 4 vaccinazioni ritenute fino ad oggi obbligatorie, alle quali se ne aggiungono altre già previste nel nuovo Piano nazionale vaccini 2017-19, che ne contempla la gratuità.
Le 4 vaccinazioni già oggi obbligatorie sono: antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. A queste vaccinazioni si aggiungono: l’anti-pertosse, l’anti- meningococco B e C, l’anti-morbillo, l’anti-rosolia, l’anti-parotite, l’anti-varicella e il vaccino contro l’Aemophilus influenzae. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legge che reintroduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni, ha comunque precisato che non si tratta di 12 vaccinazioni da fare singolarmente, poichè alcune vengono effettuate in gruppo.
Per le scuole dell’obbligo, invece, la mancata vaccinazione porterà a sanzioni pecuniarie nei confronti dei genitori che verrà inasprita da 10 fino a 30 volte rispetto a quelle attualmente vigenti. Inoltre, si allarga di molto il numero di vaccini obbligatori che salgono da 4 a 12.
“Oggi abbiamo deciso di rendere obbligatori una serie di vaccini finora semplicemente raccomandati. Tra questi quelli contro il morbillo e la meningite che, dall’approvazione del decreto, diventeranno obbligatori attraverso modalità transitorie che lo stesso provvedimento metterà in luce, in modo che le famigli e l’intero sistema possano adeguarsi a questa importante decisione senza traumi”, , ha spiegato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
“Si era creata certa differenza tra obbligatori e raccomandati, abbiamo sentito dunque l’esigenza innanzitutto di ampliare numero il vaccini da considerarsi obbligatori. La seconda decisione presa è stata quella di mettere in campo alcune misure che rendano questa obbligatorietà più efficace in modo da ridurre al minimo fascia di popolazione non protetta – ha aggiunto il premier -. L’obbligo sarà vincolante per l’iscrizione a scuola da 0 a 6 anni. Le famiglie dovranno esibire certificati in regola o l’iscrizione nelle liste d’attesa per i vaccini per poter accedere alle scuole”.
“Per quanto riguarda scuola dell’obbligo, senza certificati e documentazione in regola ci saranno sanzioni che sono dalle 10 alle 30 volte maggiori di quelle già esistenti. Queste ultime venivano scarsamente applicate o non erano considerati dei veri deterrenti. La loro applicazione sarà graduale, perché il sistema sanzionatorio avrà tra suoi obiettivi anche quello di aggiornare, informare e coinvolgere le famiglie attraverso un meccanismo di inclusione”, ha precisato Gentiloni
“In questi anni c’è stato un abbassamento della percezione del rischio – ha sottolineato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin –. Non si ricorreva alle vaccinazioni non obbligatorie perché queste venivano ritenute non importanti, o magari non si facevano i dovuti richiami facendo venir in meno il senso della copertura. Si è poi avuta crescita esponenziale di fake news e campagne no vax attraverso i social, che ci hanno portato oggi ad avere questi bassi tassi di copertura vaccinale. Questo decreto è arrivato alla fine di un percorso: abbiamo avviato campagne pro vaccini, abbiamo lavorato con le Regioni, abbiamo fatto nuovo Piano nazionale che rende tutte le vaccinazioni gratuite. Cosa è però successo nell’ultimo anno? Che le Regioni sono intervenute in base a loro esigenze territoriali, come ad esempio l’Emilia Romagna sul morbillo o la Toscana sulla meningite, includendo così tra le obbligatorie vaccinazioni tra loro diverse. Così si perde però omogeneità a livello nazionale. Oggi diamo unica linea di indirizzo rendendo obbligatorie 12 vaccinazioni”.
“Con l’obbligo per l’iscrizione a scuola stiamo dando un messaggio molto forte – ha continuato Lorenzin -. Dovevamo però fare qualcosa in più anche per la scuola dell’obbligo”. “L’obiettivo cui vogliamo arrivare è quello di aumentare la copertura vaccinale in tutto l’arco della vita dei ragazzi mettendo in campo una serie di misure piuttosto stringenti nei confronti delle famiglie, e mettendo in sicurezza la comunità scolastica, soprattutto per tutti quei bambini fragili – ha spiegato Lorenzin -. Sono state quindi pensate una serie di misure si cui stiamo ancora lavorando per limare alcuni aspetti tecnici. Il tema principale è questo: quando si arriva alla scuola dell’obbligo, da 0 a 16 anni, al momento dell’iscrizione sarà necessario presentare il libretto con tutte le vaccinazioni fatte. Qualora questo non sia in regola, la scuola avrà l’obbligo di riferirlo all’Asl che chiamerà la famiglia e concederà loro un lasso di tempo per poter ricorrere alle vaccinazioni. Se ciò non dovesse avvenire, scatterà una sanzione molto elevata”.
“Tenteremo di rendere molto stringente l’attività di segnalazione da parte delle scuole. Grazie al combinato disposto dell’introduzione dell’obbligatorietà che, di fatto, è tale da 0-16 anni, della presa in carico del bambino nel circuito Asl-scuola, dell’offerta della vaccinazione gratuita, siamo sicuri che miglioreranno percentuali delle vaccinazioni sin dal primo anno scolastico“, ha detto ministra.
“Qualora dovessi ravvisare che ci sia una situazione di allarme che vada oltre, potrei intervenire con un’ordinanza. Non avrei problemi ad agire in tal senso. Al momento ritengo di poter intervenire in maniera puntuale dando un percorso certo per le vaccinazioni. Mi sento piuttosto soddisfatta del lavoro che abbiamo fatto”, ha aggiunto Lorenzin.
Per quanto riguarda invece gli operatori sanitari Lorenzin ha precisato che: “La questione dell’obbligo delle vaccinazioni per gli operatori sanitari sarà un altro aspetto che potremmo inserire nella fase parlamentare. È un problema ed infatti proprio gli operatori sanitari sono molto colpiti dai contagi in ospedale”.
Quanto alla copertura economica per l’estensione dell’obbligo vaccinale fino a raggiungere la copertura ottimale del 95%, gli stanziamenti sono già previsti dal nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-19. Sono stanziati 413 milioni di euro per il triennio 2017-19. E’ infatti questa la stima dei maggiori oneri derivanti dall’inserimento nel Piano delle nuove vaccinazioni previste per le varie fasce di eta’. Lo stanziamento di tali fondi e’ previsto nella Legge di bilancio 2017.
Il finanziamento, si legge nel Piano, e’ pari a “100 milioni di euro nel 2017, a 127 milioni di euro nel 2018 e a 186 milioni di euro a decorrere dal 2019, stanziati dalla legge 11 dicembre 2016, n. 232, nell’ambito del finanziamento del Servizio sanitario nazionale, ove e’ prevista una specifica finalizzazione, a titolo di concorso al rimborso alle regioni per l’acquisto dei suddetti vaccini”. D’accordo con i produttori, si sottolinea pero’ nel Piano, “potrebbero essere individuati meccanismi negoziali che permettano, ad esempio, di diminuire il costo unitario del vaccino in proporzione al raggiungimento di tassi di copertura progressivamente piu’ elevati. In tal modo, si raggiungerebbe il risultato di incentivare l’obiettivo di copertura anche con una diminuzione del costo di approvvigionamento del vaccino”.
Per effetto combinato del nuovo piano vaccinale varato poche settimane fa e del provvedimento che aumenta le vaccinazioni obbligatorie, ci sarà un raddoppio del carico per i centri che dovranno materialmente immunizzare i bambini. Una sfida che potrebbe essere proibitiva per alcune Regioni, sottolinea Carlo Signorelli, docente di igiene e medicina preventiva dell’università di Parma commentando il decreto approvato oggi.
“Alcune Regioni secondo me sono pronte perchè stavano già facendo i nuovi vaccini del piano – sottolinea Signorelli, che è anche past president della Società Italiana di Igiene – . Altre sono in grave difficoltà e dovranno in questo periodo rinforzare il sistema di erogazione delle vaccinazioni a tutti i livelli, e non sarà operazione facile. Bisognerà valutare se è congruo il personale dei dipartimenti di prevenzione, ricordando che la quantità di vaccinazioni è tra il 50 e il 90% in più rispetto al passato. Laddove le risorse non bastino si faranno nuove esperienze come stanno facendo alcune regioni con delle convenzioni con la medicina di famiglia o con le strutture ospedaliere, ma attenzione perchè comunque la regia deve rimanere alla sanità pubblica”.
Il provvedimento sull’obbligatorietà era necessario, aggiunge Signorelli. “Come società scientifica siamo sempre stati per il superamento degli obblighi intesi alla vecchia maniera, ma qui ci troviamo di fronte a un problema serio e contingente di abbassamento delle coperture per cui occorre qualche misura di sanità pubblica coercitiva che è l’eccezione, non deve essere la regola. Al momento l’obbligo è necessario, poi si valuterà, ma il dover iscrivere i figli a scuola potrebbe portare quei genitori che non lo fanno perche’ si dimenticano o per pigrizia, a vaccinare i figli. Un provvedimento simile andrebbe valutato per il personale sanitario, che rischia pochissimo per se stesso, ma è molto pericoloso per i pazienti. Il dato che dice che appena il 14% del personale degli ospedali si vaccina è gravissimo”.
L’obbligo di vaccinarsi per poter essere iscritto a scuola decadde nel 1999, dopo che per oltre trent’anni, e cioe’ dal 1967, era stato invece indispensabile per l’iscrizione. Di conseguenza fino ad oggi e’ stato possibile frequentare la scuola anche senza essere vaccinati. Con il decreto legge approvato oggi l’obbligatorietà viene reintrodotta per la fascia 0-6 anni, ma è previsto anche un percorso di obbligo fino ai 16 anni con diverse misure.
L’Emilia Romagna e’ stata la prima Regione ad aver varato una legge sull’obbligatorieta’ delle vaccinazioni per poter frequentare gli asili nido. Successivamente, anche il comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Toscana hanno varato un provvedimento che rende obbligatoria la vaccinazione dei bambini per l’iscrizione agli asili comunali e convenzionati. La norma attuale – che decadrà per effetto del decreto approvato – prevede che se il certificato di vaccinazione non viene presentato, i bambini sono comunque ammessi alla scuola dell’obbligo e agli esami. Le regole che permettono di essere ammessi a scuola senza certificato di vaccinazione entrarono in vigore dopo cinque anni di dibattiti e sanatorie.
Modificarono le regole del 1967 che stabilivano l’obbligo di presentare il certificato per essere ammessi a scuola. Il primo passo verso le nuove norme risale al 1994 su iniziativa della Corte Costituzionale. Dello stesso anno e’ la prima circolare del ministero della Pubblica istruzione, seguita a sentenze della magistratura che reintegravano alla frequenza scolastica alunni non vaccinati. Da allora il ministero ha emanato ogni anno circolari sul comportamento della scuola verso gli alunni non vaccinati. Nel luglio 1997 un parere del Consiglio di Stato ribadiva il divieto di ammettere a scuola gli alunni non vaccinati a tutela del diritto alla salute della collettivita’. Ma nel maggio ’98, l’ultima sanatoria con la circolare che dava agli alunni senza certificato il diritto di partecipare a scrutini ed esami.
La decisione di tornare ora all’obbligatorieta’ a livello nazionale si basa anche sul dato allarmante relativo al calo delle vaccinazioni, sotto la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanita’ pari al 95% della popolazione. In Italia le vaccinazioni fino ad oggi definite obbligatorie sono quelle antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. L’obiettivo è rendere obbligatorie su tutto il territorio tutte le vaccinazioni previste nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-19.
il dettaglio della norma:
1) Vengono dichiarate obbligatorie per legge, secondo le indicazioni del Calendario allegato al Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente (età 0-16 anni) e in riferimento alla coorte di appartenenza, le vaccinazioni di seguito indicate:
a) anti-poliomelitica;
b) anti-difterica;
c) anti-tetanica;
d) anti-epatite B;
e) anti-pertosse;
f) anti Haemophilusinfluenzae tipo B;
g) anti-meningococcica B;
h) anti-meningococcica C;
i) anti-morbillo;
j) anti-rosolia;
k) anti-parotite;
l) anti-varicella.
2) Tali vaccinazioni possono essere omesse o differite solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate e attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta.
3) In caso di violazione dell’obbligo vaccinale ai genitori esercenti la responsabilità genitoriale e ai tutori è comminata la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500,00 a euro 7.500,00. Le sanzioni vengono irrogate dalle Aziende Sanitarie.
4) Anche nella scuola dell’obbligo, il dirigente scolastico è tenuto a segnalare alla ASL competente la presenza a scuola di minori non vaccinati. La mancata segnalazione può integrare il reato di omissione di atti d’ufficio punito dall’art. 328 c.p.
5) Il genitore o l’esercente la potestà genitoriale sul minore che violi l’obbligo di vaccinazione è segnalato dalla ASL al Tribunale dei Minorenni per la sospensione della potestà genitoriale.
6) Non possono essere iscritti agli asili nido ed alle scuole dell’infanzia, pubbliche e private, i minori che non abbiano fatto le vaccinazioni obbligatorie. In tal caso, il dirigente scolastico segnala, entro 5 giorni, alla Azienda sanitaria competente il nominativo del bambino affinché si adempia all’obbligo vaccinale.
7) Anche nella scuola dell’obbligo, i minori che non sono vaccinabili per ragioni di salute sono di norma inseriti dal dirigente scolastico in classi nelle quali non sono presenti altri minori non vaccinati o non immunizzati.
8) Se un bambino ha già avuto le patologie indicate deve farsi attestare tale circostanza dal medico curante che potrà anche disporre le analisi del sangue per accertare che abbia sviluppato gli anticorpi.
9) A decorrere dal 1° giugno 2017 il Ministero della salute avvia una campagna straordinaria di sensibilizzazione per la popolazione sull’importanza delle vaccinazioni per la tutela della salute. Nell’ambito della campagna, il Ministero della salute e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca promuovono, dall’anno scolastico 2017/2018, iniziative di formazione del personale docente ed educativo e di educazione delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti sui temi della prevenzione sanitaria e in particolare delle vaccinazioni, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei genitori.
10) Le misure del decreto entrano in vigore dal prossimo anno scolastico.
Redazione DottNet | 19/05/2017 18:08
Le 4 vaccinazioni già oggi obbligatorie sono: antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. A queste vaccinazioni si aggiungono: l’anti-pertosse, l’anti- meningococco B e C, l’anti-morbillo, l’anti-rosolia, l’anti-parotite, l’anti-varicella e il vaccino contro l’Aemophilus influenzae. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legge che reintroduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni, ha comunque precisato che non si tratta di 12 vaccinazioni da fare singolarmente, poichè alcune vengono effettuate in gruppo.
Per le scuole dell’obbligo, invece, la mancata vaccinazione porterà a sanzioni pecuniarie nei confronti dei genitori che verrà inasprita da 10 fino a 30 volte rispetto a quelle attualmente vigenti. Inoltre, si allarga di molto il numero di vaccini obbligatori che salgono da 4 a 12.
“Oggi abbiamo deciso di rendere obbligatori una serie di vaccini finora semplicemente raccomandati. Tra questi quelli contro il morbillo e la meningite che, dall’approvazione del decreto, diventeranno obbligatori attraverso modalità transitorie che lo stesso provvedimento metterà in luce, in modo che le famigli e l’intero sistema possano adeguarsi a questa importante decisione senza traumi”, , ha spiegato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
“Si era creata certa differenza tra obbligatori e raccomandati, abbiamo sentito dunque l’esigenza innanzitutto di ampliare numero il vaccini da considerarsi obbligatori. La seconda decisione presa è stata quella di mettere in campo alcune misure che rendano questa obbligatorietà più efficace in modo da ridurre al minimo fascia di popolazione non protetta – ha aggiunto il premier -. L’obbligo sarà vincolante per l’iscrizione a scuola da 0 a 6 anni. Le famiglie dovranno esibire certificati in regola o l’iscrizione nelle liste d’attesa per i vaccini per poter accedere alle scuole”.
“Per quanto riguarda scuola dell’obbligo, senza certificati e documentazione in regola ci saranno sanzioni che sono dalle 10 alle 30 volte maggiori di quelle già esistenti. Queste ultime venivano scarsamente applicate o non erano considerati dei veri deterrenti. La loro applicazione sarà graduale, perché il sistema sanzionatorio avrà tra suoi obiettivi anche quello di aggiornare, informare e coinvolgere le famiglie attraverso un meccanismo di inclusione”, ha precisato Gentiloni
“In questi anni c’è stato un abbassamento della percezione del rischio – ha sottolineato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin –. Non si ricorreva alle vaccinazioni non obbligatorie perché queste venivano ritenute non importanti, o magari non si facevano i dovuti richiami facendo venir in meno il senso della copertura. Si è poi avuta crescita esponenziale di fake news e campagne no vax attraverso i social, che ci hanno portato oggi ad avere questi bassi tassi di copertura vaccinale. Questo decreto è arrivato alla fine di un percorso: abbiamo avviato campagne pro vaccini, abbiamo lavorato con le Regioni, abbiamo fatto nuovo Piano nazionale che rende tutte le vaccinazioni gratuite. Cosa è però successo nell’ultimo anno? Che le Regioni sono intervenute in base a loro esigenze territoriali, come ad esempio l’Emilia Romagna sul morbillo o la Toscana sulla meningite, includendo così tra le obbligatorie vaccinazioni tra loro diverse. Così si perde però omogeneità a livello nazionale. Oggi diamo unica linea di indirizzo rendendo obbligatorie 12 vaccinazioni”.
“Con l’obbligo per l’iscrizione a scuola stiamo dando un messaggio molto forte – ha continuato Lorenzin -. Dovevamo però fare qualcosa in più anche per la scuola dell’obbligo”. “L’obiettivo cui vogliamo arrivare è quello di aumentare la copertura vaccinale in tutto l’arco della vita dei ragazzi mettendo in campo una serie di misure piuttosto stringenti nei confronti delle famiglie, e mettendo in sicurezza la comunità scolastica, soprattutto per tutti quei bambini fragili – ha spiegato Lorenzin -. Sono state quindi pensate una serie di misure si cui stiamo ancora lavorando per limare alcuni aspetti tecnici. Il tema principale è questo: quando si arriva alla scuola dell’obbligo, da 0 a 16 anni, al momento dell’iscrizione sarà necessario presentare il libretto con tutte le vaccinazioni fatte. Qualora questo non sia in regola, la scuola avrà l’obbligo di riferirlo all’Asl che chiamerà la famiglia e concederà loro un lasso di tempo per poter ricorrere alle vaccinazioni. Se ciò non dovesse avvenire, scatterà una sanzione molto elevata”.
“Tenteremo di rendere molto stringente l’attività di segnalazione da parte delle scuole. Grazie al combinato disposto dell’introduzione dell’obbligatorietà che, di fatto, è tale da 0-16 anni, della presa in carico del bambino nel circuito Asl-scuola, dell’offerta della vaccinazione gratuita, siamo sicuri che miglioreranno percentuali delle vaccinazioni sin dal primo anno scolastico“, ha detto ministra.
“Qualora dovessi ravvisare che ci sia una situazione di allarme che vada oltre, potrei intervenire con un’ordinanza. Non avrei problemi ad agire in tal senso. Al momento ritengo di poter intervenire in maniera puntuale dando un percorso certo per le vaccinazioni. Mi sento piuttosto soddisfatta del lavoro che abbiamo fatto”, ha aggiunto Lorenzin.
Per quanto riguarda invece gli operatori sanitari Lorenzin ha precisato che: “La questione dell’obbligo delle vaccinazioni per gli operatori sanitari sarà un altro aspetto che potremmo inserire nella fase parlamentare. È un problema ed infatti proprio gli operatori sanitari sono molto colpiti dai contagi in ospedale”.
Quanto alla copertura economica per l’estensione dell’obbligo vaccinale fino a raggiungere la copertura ottimale del 95%, gli stanziamenti sono già previsti dal nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-19. Sono stanziati 413 milioni di euro per il triennio 2017-19. E’ infatti questa la stima dei maggiori oneri derivanti dall’inserimento nel Piano delle nuove vaccinazioni previste per le varie fasce di eta’. Lo stanziamento di tali fondi e’ previsto nella Legge di bilancio 2017.
Il finanziamento, si legge nel Piano, e’ pari a “100 milioni di euro nel 2017, a 127 milioni di euro nel 2018 e a 186 milioni di euro a decorrere dal 2019, stanziati dalla legge 11 dicembre 2016, n. 232, nell’ambito del finanziamento del Servizio sanitario nazionale, ove e’ prevista una specifica finalizzazione, a titolo di concorso al rimborso alle regioni per l’acquisto dei suddetti vaccini”. D’accordo con i produttori, si sottolinea pero’ nel Piano, “potrebbero essere individuati meccanismi negoziali che permettano, ad esempio, di diminuire il costo unitario del vaccino in proporzione al raggiungimento di tassi di copertura progressivamente piu’ elevati. In tal modo, si raggiungerebbe il risultato di incentivare l’obiettivo di copertura anche con una diminuzione del costo di approvvigionamento del vaccino”.
Per effetto combinato del nuovo piano vaccinale varato poche settimane fa e del provvedimento che aumenta le vaccinazioni obbligatorie, ci sarà un raddoppio del carico per i centri che dovranno materialmente immunizzare i bambini. Una sfida che potrebbe essere proibitiva per alcune Regioni, sottolinea Carlo Signorelli, docente di igiene e medicina preventiva dell’università di Parma commentando il decreto approvato oggi.
“Alcune Regioni secondo me sono pronte perchè stavano già facendo i nuovi vaccini del piano – sottolinea Signorelli, che è anche past president della Società Italiana di Igiene – . Altre sono in grave difficoltà e dovranno in questo periodo rinforzare il sistema di erogazione delle vaccinazioni a tutti i livelli, e non sarà operazione facile. Bisognerà valutare se è congruo il personale dei dipartimenti di prevenzione, ricordando che la quantità di vaccinazioni è tra il 50 e il 90% in più rispetto al passato. Laddove le risorse non bastino si faranno nuove esperienze come stanno facendo alcune regioni con delle convenzioni con la medicina di famiglia o con le strutture ospedaliere, ma attenzione perchè comunque la regia deve rimanere alla sanità pubblica”.
Il provvedimento sull’obbligatorietà era necessario, aggiunge Signorelli. “Come società scientifica siamo sempre stati per il superamento degli obblighi intesi alla vecchia maniera, ma qui ci troviamo di fronte a un problema serio e contingente di abbassamento delle coperture per cui occorre qualche misura di sanità pubblica coercitiva che è l’eccezione, non deve essere la regola. Al momento l’obbligo è necessario, poi si valuterà, ma il dover iscrivere i figli a scuola potrebbe portare quei genitori che non lo fanno perche’ si dimenticano o per pigrizia, a vaccinare i figli. Un provvedimento simile andrebbe valutato per il personale sanitario, che rischia pochissimo per se stesso, ma è molto pericoloso per i pazienti. Il dato che dice che appena il 14% del personale degli ospedali si vaccina è gravissimo”.
L’obbligo di vaccinarsi per poter essere iscritto a scuola decadde nel 1999, dopo che per oltre trent’anni, e cioe’ dal 1967, era stato invece indispensabile per l’iscrizione. Di conseguenza fino ad oggi e’ stato possibile frequentare la scuola anche senza essere vaccinati. Con il decreto legge approvato oggi l’obbligatorietà viene reintrodotta per la fascia 0-6 anni, ma è previsto anche un percorso di obbligo fino ai 16 anni con diverse misure.
L’Emilia Romagna e’ stata la prima Regione ad aver varato una legge sull’obbligatorieta’ delle vaccinazioni per poter frequentare gli asili nido. Successivamente, anche il comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Toscana hanno varato un provvedimento che rende obbligatoria la vaccinazione dei bambini per l’iscrizione agli asili comunali e convenzionati. La norma attuale – che decadrà per effetto del decreto approvato – prevede che se il certificato di vaccinazione non viene presentato, i bambini sono comunque ammessi alla scuola dell’obbligo e agli esami. Le regole che permettono di essere ammessi a scuola senza certificato di vaccinazione entrarono in vigore dopo cinque anni di dibattiti e sanatorie.
Modificarono le regole del 1967 che stabilivano l’obbligo di presentare il certificato per essere ammessi a scuola. Il primo passo verso le nuove norme risale al 1994 su iniziativa della Corte Costituzionale. Dello stesso anno e’ la prima circolare del ministero della Pubblica istruzione, seguita a sentenze della magistratura che reintegravano alla frequenza scolastica alunni non vaccinati. Da allora il ministero ha emanato ogni anno circolari sul comportamento della scuola verso gli alunni non vaccinati. Nel luglio 1997 un parere del Consiglio di Stato ribadiva il divieto di ammettere a scuola gli alunni non vaccinati a tutela del diritto alla salute della collettivita’. Ma nel maggio ’98, l’ultima sanatoria con la circolare che dava agli alunni senza certificato il diritto di partecipare a scrutini ed esami.
La decisione di tornare ora all’obbligatorieta’ a livello nazionale si basa anche sul dato allarmante relativo al calo delle vaccinazioni, sotto la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanita’ pari al 95% della popolazione. In Italia le vaccinazioni fino ad oggi definite obbligatorie sono quelle antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. L’obiettivo è rendere obbligatorie su tutto il territorio tutte le vaccinazioni previste nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-19.
il dettaglio della norma:
1) Vengono dichiarate obbligatorie per legge, secondo le indicazioni del Calendario allegato al Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente (età 0-16 anni) e in riferimento alla coorte di appartenenza, le vaccinazioni di seguito indicate:
a) anti-poliomelitica;
b) anti-difterica;
c) anti-tetanica;
d) anti-epatite B;
e) anti-pertosse;
f) anti Haemophilusinfluenzae tipo B;
g) anti-meningococcica B;
h) anti-meningococcica C;
i) anti-morbillo;
j) anti-rosolia;
k) anti-parotite;
l) anti-varicella.
2) Tali vaccinazioni possono essere omesse o differite solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate e attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta.
3) In caso di violazione dell’obbligo vaccinale ai genitori esercenti la responsabilità genitoriale e ai tutori è comminata la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500,00 a euro 7.500,00. Le sanzioni vengono irrogate dalle Aziende Sanitarie.
4) Anche nella scuola dell’obbligo, il dirigente scolastico è tenuto a segnalare alla ASL competente la presenza a scuola di minori non vaccinati. La mancata segnalazione può integrare il reato di omissione di atti d’ufficio punito dall’art. 328 c.p.
5) Il genitore o l’esercente la potestà genitoriale sul minore che violi l’obbligo di vaccinazione è segnalato dalla ASL al Tribunale dei Minorenni per la sospensione della potestà genitoriale.
6) Non possono essere iscritti agli asili nido ed alle scuole dell’infanzia, pubbliche e private, i minori che non abbiano fatto le vaccinazioni obbligatorie. In tal caso, il dirigente scolastico segnala, entro 5 giorni, alla Azienda sanitaria competente il nominativo del bambino affinché si adempia all’obbligo vaccinale.
7) Anche nella scuola dell’obbligo, i minori che non sono vaccinabili per ragioni di salute sono di norma inseriti dal dirigente scolastico in classi nelle quali non sono presenti altri minori non vaccinati o non immunizzati.
8) Se un bambino ha già avuto le patologie indicate deve farsi attestare tale circostanza dal medico curante che potrà anche disporre le analisi del sangue per accertare che abbia sviluppato gli anticorpi.
9) A decorrere dal 1° giugno 2017 il Ministero della salute avvia una campagna straordinaria di sensibilizzazione per la popolazione sull’importanza delle vaccinazioni per la tutela della salute. Nell’ambito della campagna, il Ministero della salute e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca promuovono, dall’anno scolastico 2017/2018, iniziative di formazione del personale docente ed educativo e di educazione delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti sui temi della prevenzione sanitaria e in particolare delle vaccinazioni, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei genitori.
10) Le misure del decreto entrano in vigore dal prossimo anno scolastico.
Redazione DottNet | 19/05/2017 18:08
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